SULLE ORIGINI DEL BIOLOGICO IN SICILIA

Gennaio 30, 2023 12 Di storiedelbio

Può destare meraviglia vedere come la Sicilia sia la prima regione per superficie e numero di operatori del biologico (cfr. dati Ismea 2019) ma è proprio qui che si è costituito uno dei centri di diffusione del biologico in Italia. In Sicilia il biologico ha una lunga e significativa storia le cui origini è bene conoscere perché possono aiutarci a capire meglio i problemi di oggi. E’ una vicenda tutt’altro che periferica che ha molti punti di contatto con altre esperienze e interessanti particolarità che ne hanno segnato il percorso.

Alle origini del biologico in Sicilia troviamo, come in altri casi, i Figli dei Fiori ma anche giovani del luogo, in molti casi di estrazione contadina, che cercano di emanciparsi dai miti del progresso. Incontriamo pure sostenitori intransigenti di regole rigide per l’agricoltura biologica che sta nascendo, ma anche, forse, la prima vicenda commerciale fraudolenta – il caso Salamita – che ebbe da noi poca risonanza perché riguardava Demeter e le esportazioni in Germania.

Per queste ragioni presentiamo la ricostruzione della fase iniziale di questa storia – che si identifica sostanzialmente con le vicende del Coordinamento Siciliano per l’agricoltura biologica – raccogliendo le testimonianze di alcuni dei protagonisti di allora.

I loro racconti hanno consentito di ripercorrere per sommi capi un percorso di maturazione e di crescita che ha permesso a un gruppo via via più numeroso di soggetti di partecipare alla fondazione di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica).

Ringraziamo Alfio Furnari (1942) – economista agrario, dirigente della Lega Cooperative, presidente di Aiab Sicilia dal 2013 al 2022 – , Franco Zecchinato (1955) socio fondatore della Cooperativa El Tamiso, nonchè secondo presidente di Aiab, Aldo Bongiovanni (1950) e Rocco Carmelo Marzullo (1955 ) pionieri dell’agricoltura non convenzionale e promotori del Coordinamento siciliano per l’agricoltura biologica, per la collaborazione fornita.

Speriamo che il resoconto qui di seguito esposto, necessariamente sommario e in alcune parti forse un po’ vago, venga presto integrato da altre e più articolate testimonianze dei protagonisti di quegli ormai lontani eventi. Un ulteriore ringraziamento va a Aldo Bongiovanni, grazie al cui archivio, abbiamo recuperato alcuni documenti d’epoca che hanno permesso di definire con maggiore chiarezza alcun importanti passaggi.

Breve storia del Coordinamento siciliano per l’agricoltura biologica

Giuseppe Canale

Il biologico in Sicilia nasce, come impostazione di metodo anche se non ancora come tecnica agronomica codificata in un disciplinare, ben prima della costituzione del Coordinamento Siciliano per l’Agricoltura Biologica.

Negli anni settanta del secolo scorso anche in Sicilia, come in altre zone del Centro Italia, giunsero molti ragazzi dal Nord Europa che cercavano di realizzare forme di vita in comune alternative rispetto al sistema dominante. Sorsero così delle Comuni agricole a Noto, Piazza Armerina e nel Trapanese ( Riserva dello Zingaro ), che praticavano, in nome dell’autosufficienza, un’agricoltura di sussistenza volutamente alternativa rispetto all’agrochimica ormai imperante. A differenza di quanto avvenuto, per esempio in Toscana ( vedi Alle origini del biologico in Toscana – storiedelbio giugno 2022 ), questi giovani non riuscirono a dar vita a esperienze agricole capaci di auto sostenersi e quando, con la legge 285 del 1977 cominciarono a costituirsi le cooperative giovanili, confluirono in esse. Quando: sono cominciati a venire in Italia i Figli dei Fiori, in Sicilia hanno costituito alcuni villaggi. Siamo venuti in contatto con questi ragazzi che avevano una concezione idilliaca, romantica dell’agricoltura e c’è stata una contaminazione. Il loro era stato un disastro e alla fine quelle esperienze sono fallite tutte, così li abbiamo inglobati nelle cooperative agricole che avevano accesso a delle risorse che un singolo non poteva avere……….Io lavoravo in val di Noto. Una colonia era lì, un’altra Greenhaus era a Piazza Armerina e un’altra era nel trapanese. Arrivavano da tutto il mondo ma prevalentemente dal Nord Europa. Dopo il ’68 moltissimi ragazzi rifiutavano il modello di vita del neocapitalismo e venivano qua…La cooperativa GIOI in val di Noto la fondai io nel 1979/80 . ( Furnari – registrazione in archivio ).

E’ interessante notare come ci fossero anche percorsi inversi da parte di nostri giovani come quello di Aldo Bongiovanni che racconta: Una delle prime comunità di ragazzi del Nord Europa è nata a Piazza Armerina. Io sono andato 2 volte a Findhorn in Scozia tra i 20 e i 30 anni dove avevano una mappa di tutte le comunità del mondo tra cui questa. Anch’io sono stato un po’ hippie ” ( Bongiovanni – registrazione in archivio).

In quegli anni c’è stata anche una maturazione autonoma di giovani del posto, magari figli di contadini, che mettevano in discussione le forme che il progresso stava assumendo nelle campagne: Già da ragazzi alle superioricon gli amici sentivamo quest’esigenza di avere un contatto più armonico con l’ambiente perché era un momento in cui la chimica era il mito di tutti quanti. Mio papà era un agricoltore a cui piaceva innovare. Era stato il primo in paese a comprarsi il trattore al posto del cavallo – sarà stato il 1960-62 ero piccolino. La chimica allora era un mito, guai a mettere in discussione i concimi e i fitofarmaci….I miei erano agricoltori da generazioni. Alcuni suoi amici gli chiedevano se io ero normale, perché mi vedevano parlare contro la chimica contro gli antiparassitari. Però mi ha difeso e spiegato loro che così si uccidevano anche gli insetti utili.” ( Marzullo – registrazione in archivio ).

E pure: “ Sono figlio di contadini. Mio padre faceva agricoltura chimica io avevo già messo in discussione queste cose presto, già al liceo facevamo gli orti con i miei amici, volevamo fare una comunità…” ( Bongiovanni, ibidem ).

Questi giovani erano non solo già critici verso il sistema agricolo che si stava affermando ma anche capaci di cercare molto lontano i loro riferimenti: Noi, un gruppo di amici di scuola….sentivamo il bisogno di fare qualcosa di nuovo….. Così abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto che c’era un certo professor Garofalo a Torino di Suolo e Salute. Subito siamo partiti e quello ci ha accolto benevolmente – finalmente dei giovani! – lui era anziano. Era all’università e aveva un laboratorio di chimica, noi avevamo portato degli agrumi e lui in laboratorio ci ha fatto vedere le differenze tra un agrume biologico e uno convenzionale in termini di vitamina C, di antociani…..E questo ci ha gasato. Adesso non ricordo la data, sarà stato negli anni ‘70, ero ancora a scuola.Prima ancora di arrivare a Suolo e Salute avevamo contattato la Soil Association e proprio loro ci avevano segnalato Garofalo, siamo arrivati a lui tramite gli inglesi…..Ci aveva indirizzato a Soil Association Salvino Scirè, un ragazzo come noi. Era uno che amava le avventure………Questa grande ricerca poi continuò. Costituimmo un gruppo che si chiamava GAS (Gruppo Agricoltura Sana) assieme a Paolo Rizzo, a questo Salvino Scirè e ai suoi fratelli. Però allora non è che si avevano le idee chiare, bastava che trovassimo qualcuno che difendeva l’ambiente e diventava un nostro punto di riferimento ( Marzullo, ibidem). [ IFOAM era stata fondata nel ‘72, ed è plausibile che il prof. Garofalo fosse conosciuto in quell’ambiente , ndr ]

A Scordia (CT) e dintorni si era andato così formando un bel gruppo di giovani che verso la fine degli anni ‘70 diede vita all’associazione Arabios ( Attività di Ricerca Agricoltura BIOlogica in Sicilia): “credo che fosse il 1977, di lì a poco si è trasformata in cooperativa di cui noi del Tamiso siamo poi diventati soci e con cui ci si scambiavano i prodotti”. (Zecchinato – registrazione in archivio). “Allora si parlava, si chiaccherava ma alla fine si avevano queste aziende che avevano bisogno di vendere i loro prodotti che magari erano anche un po’ più bruttini degli altri….Questa è la ragione che ci fece passare da un discorso associativo a uno commerciale…. Si passò da un discorso iniziale di tipo culturale a uno commerciale” (Marzullo, ibidem). Arabios era costituita da Paolo Rizzo, Giacomo Gatì, Salvo D’Antoni, Carmelo Marzullo ed altri ed ha avuto un ruolo fondamentale per la nascita del movimento cooperativo in Sicilia assieme alla coop. Agrinova fondata nel 1988 ad Acireale ed alla cooperativa di consumatori biologici “Il Cappero” fondata nello stesso anno 1988” (Furnari, ibidem).

In quegli anni: “ Vari gruppi si andavano formando o erano già presenti in varie zone della Sicilia, più marcatamente nella zona che va dal Messinese al Siracusano da una parte e nell’Agrigentino e Palermitano dall’altra con una nascita-crescita che si può definire naturale e spontanea” ( Piccola Cronistoria del Coordinamento Siciliano per l’Agricoltura Biologica – dattiloscritto – Scordia 18 febbraio 1987, a cura della segreteria. Archivio di Aldo Bongiovanni. – D’ora in poi “Bongiovanni, Piccola Cronistoria”)

E’ in questo contesto che nel 1984, probabilmente verso fine estate, abbiamo preso un furgone verde comprato all’asta dal Tamiso e siamo partiti in missione per la Sicilia per conto del Coordinamento Veneto Produttori, Distributori, Consumatori. di Prodotti Biologici e Biodinamici ,che alla fine degli anni ‘80 diventerà Aiab Veneto ,io (El Tamiso), Beppe Sivero ( “La Coccinella” di Verona, associazione e tra i primi ristoranti vegetariani bio) e Leonio Nardo, oggi scomparso” (Zecchinato, ibidem). Da notare che Beppe Siviero era anche esponente nazionale di AAM Terra Nuova che, proprio in quel periodo promuoveva la costituzione dei Coordinamenti Regionali per il biologico. Peraltro la Cooperativa El Tamiso era appena stata costituita e Zecchinato era stato incaricato di trovare dei fornitori, con scelte e valori affini ai loro, con cui condividere qualcosa in più dei soli prodotti: “In quell’occasione credo conoscemmo e mettemmo indirettamente in relazione tra di loro diversi soggetti siculi, tra i quali ritengo anche Aldo Bongiovanni, il cugino Enrico Caldara, grande anarchico ferroviere-contadino, Paolo Rizzo, che avevo già incontrato nel ‘77 a Torino, e diversi altri” (Zecchinato, ibidem).

Negli anni ‘70 già facevo agricoltura naturale, Zecchinato mi ha messo in contatto col biologico” (Bongiovanni, ibidem).

Nella primavera-estate del 1985: “ Grazie anche all’opera di divulgazione svolta dal Coordinamento Veneto-AAM Terra Nuova, si hanno i primi approcci tra il gruppo della Sicilia Orientale ed il gruppo dell’Agrigentino che porta ad un conseguente ampliamento degli scambi culturali nella Sicilia Centrale, in cui esisteva già un esempio di agricoltura biodinamica, per continuare con il gruppo palermitano formato da piccoli produttori ed apicoltori, negozi e ristoranti macrobiotici, per finire con l’aggregazione delle realtà operanti nel trapanese” ( Bongiovanni, Piccola Cronistoria ).

Agli inizi del 1986: “Viene stilato e firmato a San Biagio Platani e poi a casa di Paolo Rizzo il primo documento che viene divulgato come proposta di discussione da effettuarsi in occasione dell’equinozio di primavera il 21-22-23 marzo nel limoneto della cooperativa Gioi di Noto (SR) ” (Bongiovanni, Piccola Cronistoria ) [ vedi nella sezione Documenti: COORDINAMENTO SICILIANO PROPOSTA 1-2-3-4 ] . E ancora, nel corso della sua intervistaAll’inizio del bio siciliano eravamo in 7 e nessuno voleva firmare un Manifesto,l’ hanno fatto firmare a me. Eravamo a casa di Paolo Rizzo, c’era Enrico Caldara, la moglie di Paolo.. . Abbiamo fatto questo Manifesto, ci abbiamo messo 8 mesi. Questo è avvenuto prima che ci fosse il Coordinamento ” (Bongiovanni, ibidem).

1986, 21-22-23 marzo: Nonostante i blocchi stradali intercorsi in quei giorni e nonostante il tempo non ottimale, circa un’ottantina di persone fra produttori, distributori, consumatori, ecologisti, agronomi e studenti partecipano alla festa-incontro, siglando e rafforzando il documento proposto e programmando una serie di obiettivi che il nascente coordinamento si prefigge di raggiungere. Viene così prevista una seconda festa-incontro, festa d’estate, da tenersi nelle belle campagne del Ragusano, nei pressi di Modica, nei giorni 6-7-8 giugno 1986” (Bongiovanni, Piccola Cronistoria ).

Franco Zecchinato racconta: ritornammo in Sicilia io, Carla Sbalchiero e il “marchese” Edoardo Toraldo di Tropea, personaggio assolutamente eccezionale, nobile illuminatissimo, agricoltore e sperimentatore, mancato diversi anni fa. In quell’occasione, nella Valle del Gioi, presso la Cooperativa Gioi fu costituito il Coordinamento Siciliano omologo al Veneto.Era marzo e faceva freddino.. ( Zecchinato, ibidem). E Alfio Furnari aggiunge: Il primo Coordinamento lo facemmo lì a Gioi e da Daria Pacetto a Modica “ (Furnari, ibidem).

A questo punto il Coordinamento Siciliano era già di fatto costituito ma bisognava darsi uno statuto. A questo doveva servire la festa-incontro di giugno a Modica (presso l’azienda agricola di Daria Pacetto), e pure per esaminare il disciplinare “Cos’è biologico” elaborato nel 1985 dalla Commissione nazionale istituita tempo prima nell’ambito di AAM Terra Nuova allo scopo di definire norme di condotta omogenee e verificabili per tutti i territori.

Si legge in Bongiovanni, Piccola cronistoria: 6-7-8 Giugno 1986: massiccia e varia è la partecipazione; in questa riunione viene proposta una bozza di statuto e vengono analizzate le norme di “cos’è biologico” in riferimento alle vigenti norme europee ed internazionali. Da un censimento effettuato sugli aderenti-partecipanti, il coordinamento può oggi contare su:

50 produttori circa con una disponibilità di circa 400 ettari di terreno tra frutteti e seminativi, parte già biologico parte ancora in conversione, parte disponibile potenzialmente;

7 laboratori artigianali per la trasformazione e il confezionamento;

una decina di distributori di prodotti alimentari biologici e di concimi naturali;

una ventina di tecnici di settore e consulenti;

una decina di aziende agrituristiche:

una parte di realtà impegnate nel movimento, ecologisti e medici;

una parte di consumatori.

Al fine di una continuazione più razionale e organica dei lavori, vista anche la numerosa presenza di varie realtà presenti in vari punti della regione, si individuano 7 zone rappresentate da circa 25 delegati per poter espletare il lavoro organizzativo di preparazione, ricerca e divulgazione, attuale fulcro del coordinamento.

Sotto il solleone delle campagne agrigentine nella “casa degli gnomi” un mese dopo viene abbozzato lo statuto proposto nella precedente festa d’estate ( Bongiovanni, Piccola Cronistoria).

In questi stessi anni gli esponenti più attivi del Coordinamento sviluppano un’intensa attività di discussione interna e di collegamento con altre realtà nazionali e internazionali.

Dice Marzullo: Prima del Coordinamento si stabilirono tanti contatti con: Zecchinato, L’albero del Pane, Mimmo Tringale…allora anche una rivista come AAM Terra Nuova era un punto di riferimento. Qualcuno ci diceva che c’era La Fierucola e allora andavamo a Firenze per vederla. Con gli occhi di oggi erano più le energie che sprecavamo che quello che ottenevamo. Eravamo tutti giovani, figli di contadini, diventava per noi anche una palestra. E ancora:“ Mi capitava di tornare da una riunione a mezzanotte e di partire con mio padre alle 4 per andare a fare i mercatini. Avevo una motivazione molto forte sia a partecipare alle riunioni, perché era una cosa che sentivamo, sia per andare a fare i mercatini in cui si interagiva con la clientela. E’ chiaro che in tutte queste cose che possono sembrare rose c’erano tantissime spine: i contrasti con questo o quello , le discussioni che si protraevano per ore e ore senza giungere a una conclusione”. (Marzullo, ibidem ).

Nel periodo in cui andava costituendosi il Coordinamento i siciliani iniziavano anche a partecipare alle riunioni della Commissione nazionale Cos’è Biologico che continuava i suoi lavori anche dopo la pubblicazione, nel 1985, del primo disciplinare. Infatti nella Cronistoria possiamo leggere: “ Il coordinamento è stato presente a parecchie riunioni indette da AAM Terra Nuova atte a riunire i vari coordinamenti italiani, alla commissione di cos’è biologico svoltasi l’8 e 9 novembre 1986 a Bologna, nella quale veniva a far parte della Commissione in qualità di “socio fondatore” (Bongiovanni, Piccola Cronistoria ).

Il disciplinare del 1985 non era stato sottoscritto dal Coordinamento Siciliano per la semplice ragione che ancora non si era ancora costituito, ma successivamente la discussione da parte dei siciliani sulle sue norme fu molto accesa sia all’interno del Coordinamento che nelle riunioni della Commissione nazionale.

Racconta Marzullo: Di questo Coordinamento nostro io mi ricordo le nottate, i viaggi che abbiamo fatto. Partivamo con Paolo Rizzo, io allora avevo la macchina perché lavoravo con mio padre. Allora prendevamo la macchina per andare a fare riunioni a Agrigento, a Palermo, a Caltanisetta, a Catania. Le facevamo sempre presso le personedel nostro giro . Poi iniziava la discussione tra quello che era oltranzista e diceva: “no questa cosa non deve passare…” e quello che era troppo liberista. E diceva “qua siamo troppo rigidi…insomma delle discussioni……” (Marzullo, ibidem)

A quell’intenso periodo risale anche la presentazione di un disegno di legge sull’agricoltura biologica all’Assemblea Regionale Siciliana che, come ricorda Furnari, non fu mai approvato. Nella Piccola Cronistoria si legge: “ Il 30 novembre 1986, a cura di un gruppo di studio, aderente al Coordinamento, viene presentata una bozza di progetto di legge, da inviare alla Regione Siciliana, avente per oggetto il riconoscimento e la valorizzazione dell’agricoltura biologica in Sicilia. Dopo un vivace dibattito, si decide di continuare i lavori in un secondo incontro da effettuarsi in altra data arricchendolo delle varie richieste e motivazioni assunte nell’incontro”

E poi: “ Il 14 e 15 febbraio [1987 ndr], i delegati si incontrano presso l’azienda biodinamica di Pietraperzia (CL) per definire e stilare lo statuto del Coordinamento da presentare all’assemblea e per preparare la prossima festa-incontro che avrà come finalità , oltre alla grande festa, l’ufficializzazione anche dal punto di vista giuridico dell’Associazione-consorzio “Coordinamento siciliano per l’agricoltura biologica” che si terrà……lo 11-12-13 aprile ” (Bongiovanni, Piccola Cronistoria ).

Aldo Bongiovanni sostiene che in quella sede fu definito un loro regolamento, e forse anche questo contribuì a determinare le accese discussioni in sede di Commissione nazionale che continuarono a lungo: Noi ci eravamo fatto un nostro disciplinare che abbiamo fatto da Paolo Silvitto a Pietraperzia “ (Bongiovanni, ibidem).

Sta di fatto che Zecchinato ricorda ancora bene le discussioni a non finire in Commissione nazionale tra gli isolani e i friulani sull’uso della plastica, delle serre: Loro erano propugnatori di una visione dell’agricoltura biologica molto rigorosa e l’accusa che gli veniva fatta dal Nord era che per loro era molto comodo dire noi non vogliamo il nailon, vogliamo le serre, perché avevano il sole” (Zecchinato, ibidem). Anche Marzullo ricorda che:c’erano i friulani, c’era Del Fabro che doveva difendere le posizioni del suo Coordinamento e quindi doveva difendere alcune cose. I siciliani che avevano il sole certe cose non le capivano, c’era questo contrasto… ma non era solo quello. Erano le metodologie che su a Nord erano diverse perché avevano ambienti, temperature diversi. Problematiche diverse dovute anche al un modo di pensare diverso dal nostro. Perché noi eravamo contadini, figli di contadini mentre loro erano un po’ più professionalizzati rispetto a queste cose………..E’ successo che all’interno del Coordinamento c’erano gli estremisti ma anche quelli più elastici. Però poi spinti da me, da Paolo Rizzo, dato che l’unico modo per rimanere in contatto con il grosso del biologico italiano era quello di aderire, abbiamo aderito anche se all’interno del nostro Coordinamento c’era sempre qualcuno che non voleva. Alla fine è prevalso il buonsenso” (Marzullo, ibidem).

A conclusione di questo complesso percorso “costituente” possiamo indicare due eventi. Il primo, interno al Coordinamento, ebbe luogo a Santa Venerina (CT). Come si evince dal comunicato di convocazione, riportato qui di seguito, si giungerà finalmente alla definizione formale del Coordinamento: “ Dopo l’incontro dell’estate scorsa nelle campagne agrigentine nella “casa degli gnomi”, e, a seguito della riunione avutasi lo scorso 14 e 15 febbraio nell’azienda “sillittiana” di Pietraperzia fra i delegati di zona, si è venuti alla determinazione dello statuto del coordinamento, che sarà presentato all’incontro del 11-12-13 [1987, ndr] aprile che si terrà presso la “scuola aziendale CGL – località Santa Venerina” con l’obiettivo di poter “partire” anche ufficialmente e con maggior operatività. Fra i delegati si è delineata l’idea di creare una struttura-consorzio piuttosto che “associazione”: per questo e per quanto riguarda la struttura e i vari articoli dello statuto siamo invitati tutti a dare il nostro contributo portando possibilmente delle proposte e soluzioni premeditate” (dattiloscritto, archivio Bongiovanni).

Il secondo, relativo al rapporto del Coordinamento con la Commissione nazionale cos’è biologico che, come è noto si trasformò a fine 1988 in AIAB, ebbe luogo poco tempo dopo con l’adesione del Coordinamento Siciliano ad AIAB: Dopo la costituzione da un notaio di Collegno (TO) a fine 1988 di AIAB federale, il Coordinamento siciliano si trasforma in Aiab Sicilia adottandone lo statuto-base nazionale, certo adattato al contesto. Primo presidente fu Fabio Leone palermitano appartenente all’associazione palermitana Quadrato Verde” (cfr. mail Zecchinato in archivio).

Da qui in poi comincia un’altra storia…

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